IN QUESTO CANTIERE SCOPRIAMO DELLE SOLUZIONI INTEGRABILI NEL TEMPO A SECONDA DI COME CAMBIANO LE ESIGENZE DI CHI CI ABITA
Nuova puntata della serie “A casa di…” con cui vi porto nei miei cantieri per vedere nella pratica come applico certe soluzioni.
Sarà una puntata “succosa” che dividerò in due parti, perché le cose da dire sono tante (se volete recuperare gli altri articoli della serie, ve li linko qui, qui e qui).
LE RESPONSABILITÀ DELL’INSTALLATORE, MA ANCHE QUELLE DEL COMMITTENTE
“La copertura assicurativa è prestata a condizione che l’assicurato sia in possesso del certificato di installazione; provveda all’attivazione tutte le volte che nei locali che contengono le cose assicurate non vi sia presenza di persone; lo mantenga efficiente”.
Questa è una frase che vi sarà capitato o vi capiterà di leggere, perché si tratta di una nota contenuta in un contratto di assicurazione sulla casa.
L’impianto, cui si fa riferimento, è “un impianto automatico di allarme antifurto”, e qui entro in gioco io.
Perché, attenti bene:
in caso di assicurazione sulla casa contro il furto, i primi documenti che vi chiederanno saranno le certificazioni dell’impianto di allarme. E, se un impianto non ha le certificazioni, non solo molto probabilmente non funzionerà come dovrebbe (e già qui…), ma potreste vedervi tolti eventuali risarcimenti dell’assicurazione, se nel contratto di assicurazione avete dichiarato di avere un impianto di allarme.
Questo implica che, a monte, siano rispettati degli obblighi molto precisi, sia da parte di chi installa l’impianto, sia da parte di chi commissiona il lavoro (il cliente, voi):
l’installazione di un impianto di allarme deve essere a norma;
l’installatore ha delle responsabilità, da contratto;
l’installatore deve rilasciare una certificazione (vedremo quale);
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